VENETO PROGETTO FONDO SALVA IMPRESE COLPITE DAL CRACK DELLE BANCHE
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FONDO SALVA IMPRESE
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PER LE IMPRESE, CHE HANNO DIFFICOLTA’ CON GLI ISTITUTI BANCARI PER ESIGENZE PARTICOLARI RICHIEDERE APPUNTAMENTO COMPILANDO IL SEGUENTE MODULO
PROGETTO PRESENTATO AL GOVERNO E ALLA REGIONE VENETO IL 14/01/2018
GESTIONE DEGLI NPL IMPRESE E RISPARMIATORI TRADITI
Premessa:
la crisi del sistema bancario in Veneto ed in altre regioni sta avendo drammatiche conseguenze sul tessuto imprenditoriale presente. In particolare sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza soprattutto delle piccole-medie aziende (PMI), meno capaci e dotate per affrontare piani di ristrutturazione e di risanamento.
Le PMI concentrano la loro attività sulla figura dell’imprenditore, focalizzato essenzialmente sulle attività operative e commerciali, sono spesso destrutturate e non dispongono di risorse da investire su complessi piani pluriennali di ristrutturazione molto onerosi.
Inoltre il sistema bancario è più disponibile a trattare e negoziare con grandi aziende strutturate con forte concentrazione di debito bancario e con forte impatto sociale in termini occupazionali.
Il sistema economico territoriale si appoggia però su migliaia di PMI operanti nei settori più diversi.
Tutte queste aziende erano fortemente finanziate, nella fattispecie del Veneto, da Veneto Banca e BPVI, con linee finanziarie a sostegno di investimenti e del circolante. La particolarità è che tutte queste linee erano per lo più garantite da garanzie azioni (azzerate) e reali iscritte anche su beni personali dell’imprenditore e da fideiussioni personali.
Ne consegue che la società finanziata per importi di alcune centinaia di migliaia di euro, garantiti da azioni e garanzie reali o fideiussioni, non ha nessuna possibilità di poter negoziare con il sistema bancario alcuna forma di parziale stralcio o ristrutturazione del debito e non potrà farlo neanche qualora la sua posizione venga rilevata da società specializzate nel recupero del credito, poiché spesso l’entità delle garanzie, seppur con difficoltà di realizzo, sono maggiori all’esposizione.
Il sistema bancario, espletato l’iter proprio interno, può di fatto determinare il blocco dell’attività imprenditoriale poiché quando passa una pratica ad incaglio e poi a sofferenza determina la cessazione dell’attività operativa (la sua morte)
Sul sistema economico casi emblematici potrebbero essere costituiti da una società di grandi dimensioni ed un indebitamento di ca. 50 Ml/€ che transa al 20% un debito di 9 Ml/€ con un primario istituto, mentre un piccolo imprenditore con un residuo debito leasing di 450.000 euro, disposto ad offrire 350.000 euro per chiudere la posizione, che non riesce a trovare un accordo in quanto il bene ha un valore di perizia maggiore e ci sono firme fideiussorie ad ulteriore garanzia (300.000 immobili a garanzia ex Banche Popolari Venete)
Al di là di questo, il problema è tutelare il sistema produttivo basato sulle PMI, cercando delle soluzioni che diano possibilità e tempo agli imprenditori di rimediare ad alcuni errori fatti potendo continuare la loro attività. Stiamo parlando di migliaia di imprese che occupano sui diversi territori regionali decine di migliaia di operatori e sostengono il sistema-famiglia ed il sistema economico locale.
Il Governo e le Istituzioni devono proteggere e tutelare le grandi aziende che occupano 500-1.000 dipendenti, ma devono ancor più tutelare le migliaia di PMI che con 5-10 dipendenti occupano una massa di lavoratori ben maggiore delle grandi aziende e spesso sono al servizio delle stesse creando efficienza e flessibilità.
Va altresì detto che spesso le PMI in difficoltà iniziano a non versare il debito nei confronti dell’Erario, provano a sopravvivere privilegiando il pagamento dei dipendenti e dei fornitori non versando F24 e contributi, di fatto creando un forte elemento di rischio per la finanza pubblica e per la finanzia previdenziale. Tutto ciò può avere un forte impatto anche sui conti pubblici futuri.
In virtù anche della nuova riforma che attesta sempre maggior valenza alla regolarità della posizione nei confronti dell’Erario e contributiva, ancor più diventa necessario combinare una soluzione che consenta agli imprenditori di risanare e ripartire.
GESTIONE NPL RISPARMIO TRADITO:
Il problema degli elevati crediti deteriorati deve essere risolto in fretta?
A questa domanda Banca d’Italia risponde in questo modo:
“Non c’è accordo sul fatto che il problema debba essere risolto in fretta. L’unica soluzione rapida è quella di vendere questi attivi, ma come già detto le cessioni avvengono tipicamente a prezzi più bassi dei valori di libro. Vendite rapide e in massa, pur risolvendo il problema, possono produrre effetti indesiderati: possono trasferire valore dalle banche agli acquirenti di crediti deteriorati; ma soprattutto, nell’attuale contesto macroeconomico, in cui le banche faticano ad accedere al mercato dei capitali, vendite generalizzate possono erodere la base patrimoniale delle banche e generare rischi per la stabilità finanziaria. Va inoltre considerato che gran parte delle esposizioni deteriorate si concentra presso banche in buone condizioni finanziarie. Queste banche sono in grado di perseguire strategie di gestione e recupero interno degli crediti deteriorati e di beneficiare di tassi di recupero che, come si è visto, sono mediamente molto superiori ai prezzi di vendita.”
Cosa accade Attualmente in generale:
- Istituto Bancario individua su parametri BI gli NPL con accantonamenti enormi, perdite enormi tali da indebolire i ratios dell’Istituto stesso, spesso costretto ad AUCAP
- La PMI posta in sofferenza viene segnalata su Centrale Rischi e si trova preclusa ogni forma di rifinanziamento
- La società accumula debiti tributari e contributivi che pesano sulle casse dello Stato
- Alcuni ricorrono a forme di “aiuto” molto borderline appoggiandosi ad organizzazioni discutibili
- L’attività muore e decine e decine di famiglie perdono la possibilità di sostentamento.
- L’imprenditore viene vessato da società di recupero del credito che hanno acquisito il pacchetto di NPL e che hanno come mission il recupero di quanto più possibile perché il loro business è lucrare sul differenziale fra quanto offerto e quanto realizzato.
Di fatto tutti perdono:
- LA BANCA (crediti e capitale)
- AZIONISTI (valore anche solo per aucap)
- LO STATO (erario e previdenza)
- LA PMI (cessa attività)
- IMPRENDITORE (perde azienda e beni personali)
- I LAVORATORI E LE FAMIGLIE (perdita lavoro)
Per aiutare le PMI ancora operative danneggiate dalla vicenda ex popolari Venete (ma anche di altre banche) e che stanno faticosamente portando avanti la propria attività, sperando giorno dopo giorno che le proprie posizioni bancarie non vengano messe a rientro o ridotte, o che hanno posizioni di debito già svalutate dalle banche con accantonamenti e classificazione fra NPL, la proposta potrebbe essere quella di creare uno o più strumenti a sostegno di piani di rientro parziali e pluriennali per le PMI.
SOLUZIONE 1. CREAZIONE E GESTIONE DI FONDO DI SDEBITO IMPRESE RISPARMIO TRADITO
Individuati gli NPL, anziché cederli a valori di realizzo molto bassi, si potrebbe, attraverso un FONDO DI SDEBITO, gestito da Istituzione Centrale o Regionale, farli “acquisire” alle PMI stesse ad un valore maggiore, con la possibilità di attingere da questo fondo con un consolido della posizione a 15-20 anni lasciando tutte le garanzie in essere a favore del FONDO DI SDEBITO stesso e con un preammortamento di 5 anni.
Di fatto cosa succede:
- LA BANCA (anziché perdere 80% può perdere 50-60%)
- LO STATO (garantisce continuità aziendale e rientro pluriennale posizioni crediti tributari e previdenziali con incasso a beneficio finanze pubbliche)
- LA PMI (continua la propria attività in bonis, senza l’assillo del debito, potendo concentrarsi sull’attività operativa e commerciale)
- L’IMPRENDITORE (non perde i propri beni, anzi ha la possibilità di riscattarli e ritrova fiducia in sé stesso)
- I LAVORATORI (mantengono la propria dignità di lavoratori per sé e per le proprie FAMIGLIE)
- IL FONDO DI SDEBITO (di fatto il rischio è molto ridotto perché tutte le garanzie reali e personali in essere vengono trasferite in capo allo stesso ed inoltre va detto che le posizioni più compromesse rimangono a carico della Banca e non vengono trasferite)
Tutto nel rispetto delle normative e delle regole Europee.
Le Finanziarie Regionali potrebbero essere gli organismi che coordinati da una Istituzione Centrale, gestiscono sul territorio il Fondo stesso, determinandone l’ammontare, definendo il finanziamento e la raccolta, gestendo le posizioni delle varie PMI.
SOLUZIONE 2. CREAZIONE E GESTIONE DI FONDI IMMOBILIARI RISPARMIO TRADITO
All’interno degli NPL, una parte rilevante delle insolvenze è derivata dall’esposizione delle banche nel mercato immobiliare.
E’ ragionevole pensare che una cartolarizzazione degli attivi immobiliari ed una successiva cessione in massa a fondi o società finanziarie, possano compromettere la stabilità già precaria del mercato immobiliare, accelerando la spirale negativa dei prezzi e facendo ridurre ulteriormente le garanzie anche per le famiglie ed imprese in bonis.
Una soluzione potrebbe essere la creazione di strumenti a lungo termine come i fondi immobiliari, capaci di ottimizzare la gestione di questi asset, riducendo al minimo l’impatto di carattere sistemico.
Tali fondi immobiliari potrebbero essere gestiti da un Istituzione Centrale o Regionale, ovvero essere dati in gestione a soggetti privati che operano sotto il controllo pubblico.
I fondi immobiliari potranno così pianificare con un orizzonte temporale medio lungo, il rientro delle esposizioni finanziarie, mediante entrate caratteristiche come la locazione o la cessione a prezzi di mercato.
SOLUZIONE 3. CREAZIONE E GESTIONE DI FONDI DI DEBITO RISPARMIO TRADITO
Nel corso del 2012, per dare nuova forza alla ripresa economica, il Governo ha varato i cosiddetti Decreto Sviluppo e Decreto Sviluppo Bis che hanno incentivato l’emissione di titoli di debito da parte di imprese non quotate, e introdotto agevolazioni fiscali a favore di emittenti e investitori.
Tra le varie novità è stata introdotta una disciplina specifica per l’emissione di obbligazioni e titoli similari, da parte di società non quotate (ivi incluse le PMI) (c.d. “mini-bonds”), che prevedano clausole di partecipazione e di subordinazione;
Alla luce di questo nuovo contesto, un Istituzione Centrale o Regionale, ovvero soggetti privati che operano sotto il controllo pubblico, potrebbero coadiuvare le imprese rientranti tra gli NPL in capo ad SGA in un percorso tale da poter attingere al mercato dei capitali tramite l’emissione di mini-bonds, la creazione di joint-venture ed ogni altro strumento utile al mantenimento della continuità aziendale, anche tramite la partecipazione diretta nel capitale societario per un tempo predefinito.
CONCLUSIONI
Gli NPL di ex Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza per un ammontare di circa € 18,4 miliardi, se ceduti al 15-20% a finanziarie, colpiranno tutta l’economia Veneta e Nazionale.
I 300.000 immobili a garanzia subiranno un vortice al ribasso dal valore incalcolabile, lo scenario in pochi mesi diventerebbe apocalittico, quindi diventa un obbligo per tutti evitarlo ed in tempi brevissimi.
Le soluzioni proposte potrebbero garantire una risoluzione ordinata delle problematiche connesse agli NPL, ed hanno l’obbiettivo di valorizzare al massimo gli attivi ceduti ad SGA.
L’adozione combinata di queste soluzioni, permetterebbe nel contempo a SGA di cedere gli NPL a valori superiori a quelli che incasserebbe con una mera cartolarizzazione degli stessi, evitando nel contempo che lo Stato e la Regione si facciano carico di oneri sociali difficilmente calcolabili.
Come associazione non possiamo far altro che promuovere soluzioni che siano capaci di creare valore sociale ed economico per il nostro territorio.
Ci rendiamo altresì disponibili a costituire e far parte dei comitati di controllo, vigilanza e gestione che le Istituzioni e/o la Regione Veneto intenderanno promuovere per far fronte alla problematica
Per ulteriori approfondimenti
Associazione Ezzelino III da Onara
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